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giovedì 8 novembre 2007

La Voix de la Vallée

Qualce giorno fa, come forse avete notato, ho aggiunto un banner qui a fianco ( 18novembre )....il 18 appunto qui in valle ci sarà un referenum propositivo molto importante er tutti i cittadini....


Il referendum propositivo in Italia non è consentito. Il cittadino può solo abrogare le cazzate votate dal Parlamento. E se ci riesce, come nel caso del finanziamento pubblico ai partiti, i politici lo ignorano. Aggirano la legge o ne fanno una nuova.
In altri Stati il cittadino può proporre, da noi può solo subire. Il popolo che decide è populismo. Il popolo che propone una legge è demagogia. Se invece la legge la fanno i dipendenti dei partiti in Parlamento scelti nel 2006 da FassinoRutelliBertinottiFiniBerlusconi alla faccia nostra allora sì che è democrazia.
Per introdurre il referendum propositivo bisogna cambiare la Costituzione. Il Parlamento non lo farà mai. La Costituzione è un vestito su misura per i partiti. Cucito addosso, comodo, largo il giusto per non dovere mai dire: “Mi spiace” agli italiani. Un giorno bisognerà mettere mano alla Costituzione, farla diventare uno strumento vero, vitale, nelle mani dei cittadini. Non un sacrario della memoria.
Per discutere della Costituzione in Italia è necessario essere costituzionalisti (cosa vorrà dire?), così come per parlare della legge Maroni (che si nasconde meglio di una talpa) bisogna essere dei giuslavoristi. La parola magica per bloccare ogni cambiamento è: “Anticostituzionale”. Funziona meglio di “Vade retro Satana”. La Costituzione ha paura dell’uomo forte e del popolo. Ha consegnato l’Italia ai suoi rappresentanti, i partiti, che da allora non l’hanno più restituita.
C’è però un segnale di cambiamento. In Valle D’Aosta, regione autonoma, è stato introdotto il referendum propositivo. Per la prima volta in Italia si potranno approvare proposte di legge popolari. Il popolo diventa legislatore.
Il 18 novembre si vota su cinque proposte di legge per le regole per l’elezione del Consiglio e della Giunta regionali e il futuro dell’ospedale regionale. Il quorum minimo di partecipazione è del 45%. I partiti invitano la gente a non andare alle urne o non ne parlano. Domenica 18 novembre tutti a votare dal mattino presto. La Voix de la Vallée devono sentirla fino a Roma.

(fonte:beppe grillo)

QUI trovate ulteriori informazioni sui 5 quesiti.

4 commenti:

Anonimo ha detto...

Grazie per aver lanciato la notizia.

Appello per il referendum propositivo del 18 novembre, primo referendum propositivo in Italia.

In una pubblicità di alcuni anni fa, la Valle d’Aosta era raffigurata come un’isola. Così è rimasta nell’immaginario collettivo, se è vero che basta partecipare a una manifestazione nazionale (quella dello scorso 20 ottobre a Roma) perché un sacco di gente si raduni intorno allo striscione «La sinistra della Valle d’Aosta». «Ma siete la sinistra dell’Union Valdôtaine?», ci domanda uno. E ancora: «Parlate francese o italiano?». Della regione più piccola d’Italia, in effetti, non si conosce molto e questo fatto ha risvolti sull’immobilismo, sociale e politico, della vita valdostana, governata da 30 anni dallo stesso partito. Una situazione che favorisce l’arroccamento intorno al proprio ombelico e rende difficile il confronto con i fenomeni e i processi che si sviluppano nel resto del Paese. Eppure a volte, come per incanto, la nostra realtà periferica vive un sussulto e nascono cose nuove, difficilmente prevedibili in una regione a conduzione semi-famigliare. È il caso del prossimo 18 novembre, quando i cittadini valdostani saranno chiamati a esprimersi su una nuova legge elettorale attraverso un referendum propositivo. È la prima volta che in Italia viene utilizzato questo strumento, che assegna direttamente al cittadino il potere legislativo, ma, stranamente, la notizia stenta a varcare i confini della regione, quasi a confermarne la natura “insulare”. Chiediamo di non essere lasciati soli: quello che oggi abbiamo a disposizione è uno strumento di democrazia molto avanzato. Per la prima volta il destino di una proposta di legge popolare dipenderà dal voto dei cittadini e questo ha suscitato in tanti grande entusiasmo e speranza di cambiamento. Sappiamo però che negli ultimi decenni il cittadino valdostano è stato abituato a delegare attraverso il voto tutto ciò che riguarda la gestione della vita pubblica. È proprio su questo che punta l’attuale classe dirigente, che teme di essere cancellata dalla nuova legge elettorale e cerca di boicottare l’appuntamento referendario invitando ad astenersi dal voto. Dal momento della raccolta delle firme a oggi, il governo regionale ha più volte negato l’importanza dell’appuntamento. Due avvocati, pagati con soldi pubblici, sono stati incaricati dal Presidente della Regione di verificare la legittimità del nuovo strumento, che era stato approvato appena due anni fa con la sola astensione della Casa delle Libertà e aveva già superato un primo esame di costituzionalità.
Abbiamo paura del silenzio e che quest’appuntamento scivoli via ignorato, anche perché crediamo che tutte le regioni d’Italia, i movimenti, le organizzazioni, potrebbero avere interesse a conoscere quanto sta accadendo, soprattutto in un momento di grande riflessione sulle leggi elettorali e sul ruolo dei politici. Vorremmo che l’entusiasmo e le speranze suscitate dal referendum non si trasformassero ancora una volta in frustrazione e senso d’impotenza; magari vorremmo svegliarci il 19 novembre e scoprire di trovarci in una regione normale.

Circolo Arci Saperi & Sapori, Aosta

LAURA ha detto...

Molto positivo.
A proposito, io farei una proposta di legge per far diventare anche il Piemonte una regione autonoma
:-D

Angie ha detto...

Buon Voto a tutti!!
:-D

Gianpaolo ha detto...

Io sicuramente non mi farò pregare il il 18 novembre sarò alle urne! :D
E' ovvio che loro dicano di non andare a votare! Maledetti politici! Purtroppo c'è anche gente che vi ascolta!