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giovedì 18 ottobre 2007

Dopo l’indulto le carceri già scoppiano

Il trasferimento di un detenuto
Con il numero dei detenuti in forte e costante crescita, si parla di mille persone al mese, tra un anno e mezzo sarà nuovamente come prima dell’indulto. Se non ci dovesse essere qualche novità le carceri saranno ancora sovraffollate. Ne è certo il capo del dipartimento dell’amministrazione penitenziaria, Ettore Ferrara, nel corso di una conferenza stampa alla presenza del Guardasigilli Clemente Mastella.
Attualmente nelle carceri italiane, ad oltre un anno dal varo dell’indulto, ci sono 47 mila detenuti a fronte di una capienza regolamentare di 43 mila posti; prima del provvedimento di clemenza, alla fine del luglio 2006, i detenuti erano circa 63 mila, un numero, questo, che tra un anno e mezzo si rischia nuovamente di raggiungere se non ci saranno interventi strutturali.
Mastella tiene subito a precisare: “Figuriamoci cosa sarebbe accaduto senza il provvedimento dell’indulto: nelle carceri ci sarebbero stati 78 mila detenuti. Sarebbe stata una situazione drammatica e devastante, che avrebbe determinato insicurezza”. E ha aggiunto: “Mi auguro che non vi siano morti e violenze nelle carceri. Laddove in un grande paese avvenisse sarebbe un danno enorme. Le forze politiche hanno il dovere di evitarlo”.
“La tensione e il malessere dominante nelle carceri”, ribattono gli psicologi che nelle strutture penitenziarie lavorano “determinano un aumento dell’aggressività”. Con il rischio che, ha spiegato Giuseppe Luigi Palma, presidente del Consiglio nazionale dell’Ordine degli psicologi: “potrebbero verificarsi nei prossimi anni disordini e rivolte significativi”. Il ruolo dello psicologo è fondamentale non solo per il recupero ma anche per la prevenzione di situazioni estreme come rivolte e suicidi. Eppure l’assistenza psicologica per ogni detenuto nelle carceri italiane è di soli 12 minuti al mese.
Le carceri come bombe ad orologeria, insomma. Per disinnescarle, al ministero della Giustizia hanno trovato la soluzione: utilizzare gli agenti penitenziari anche per sorvegliare i detenuti che ottengono i benefici della legge Gozzini, e farne uscire dalle celle il più possibile. “È una sperimentazione” spiega Ettore Ferrara “che avvieremo presto in alcune città. La strada è questa: il tasso di recidiva tra chi ottiene misure alternative è sotto il 20%, per gli altri è il 60-70%. Oltretutto, ogni detenuto nei penitenziari costa allo Stato una grossa cifra e se stanno fuori di più, ci potranno essere maggiori risorse per assumere nuovi agenti”.
Altre misure, come il progetto di costruire nuove strutture? Lungo e dispendioso. E poi, avverte il ministro della Giustizia, il piano è appannaggio del ministero delle Infrastrutture, che deve stanziare i fondi. Un progetto, di circa 70 milioni di euro c’è, ma Mastella deve vedersela con il suo grande antagonista nel governo, Antonio Di Pietro. Al Guardasigilli tocca solo occuparsi di ampliare e ristrutturare le sezioni già esistenti: così sono stati recuperati 3.300 posti e nel triennio 2007-2009 ce ne saranno altri 4mila.
Nel frattempo, il Dap chiede che vengano al più presto approvate dal Parlamento le proposte ministeriali di modifica del sistema penale che rendano stabili le detenzioni dei soggetti pericolosi affidando a misure alternative al carcere la punibilità dei fatti che non manifestano pericolosità sociale; e che “si trovino soluzioni al problema degli stranieri detenuti (che rappresentano oggi oltre il 35% della popolazione carceraria) mediante accordi internazionali che consentano l’espiazione delle pene nei paesi di origine”.
Così facendo i 45mila baschi azzurri (circa 1 per ogni detenuto, contro la media europea di 1 a 3 e contro quella Usa di 1 a 7) potranno dedicarsi a vigilare su detenuti ai quali sono state concesse misure alternative alla prigione, cioè a quelli che stanno fuori.

(fonte:panorama)

Mastella :
“Figuriamoci cosa sarebbe accaduto senza il provvedimento dell’indulto: nelle carceri ci sarebbero stati 78 mila detenuti. Sarebbe stata una situazione drammatica e devastante, che avrebbe determinato insicurezza”. E ha aggiunto: “Mi auguro che non vi siano morti e violenze nelle carceri. Laddove in un grande paese avvenisse sarebbe un danno enorme. Le forze politiche hanno il dovere di evitarlo”.
Mi chiedo se pensa di prenderci in giro....perchè no va a dire in faccia questa frase alle persone che hanno subito ingiustizie dai "poveri" carcerati che lui ha, senza filtro, scarcerato.....

1 commento:

Anonimo ha detto...

l'indulto è una vera beffa...io stessa quando lo devo chiedere mi viene una rabbia...però purtroppo il difensore deve fare tutto il possibile per il cliente e quindi chiederlo ed il giudice concederlo...intanto, però, si sono psei soldi per fare un processo fantoccio...