Elenco link

sabato 27 ottobre 2007

....risate

Ieri sera ho visto Zelig.....le risate non si sono di certo sprecate e devo dire che l'apice del dolorino alla mascella :) è stato durante il monologo del mitico Giacobazzi......ve ne inserisco uno qui sotto.....fantastico .... :P

giovedì 25 ottobre 2007

...un comma escluderà i blog dal ddl...(sicuro??)

Il sottosegretario alla presidenza del consiglio Ricardo Franco Levi ha proposto alla Commissione Cultura della Camera un "comma aggiuntivo" al ddl di riforma dell'editoria che esclude i blog dall'articolo 7, quello che vede l'obbligo dell'iscrizione al Registro degli operatori della comunicazione per i siti internet.
"Nel comma aggiuntivo all'articolo 7 che lascio all'attenzione della commissione non abbiamo scritto blog ma questo è il senso".
(fonte:repubblica)


L'arzillo vecchietto Levi non molla. Ha infatti modificato l'articolo 7 della Levi-Prodi con un comma aggiuntivo invece di cancellare l'articolo. Ecco il comma:
"Sono esclusi dall'obbligo di iscrizione al Roc i soggetti che accedono ad internet o operano su internet in forme o con prodotti, come i siti personali o ad uso collettivo che non costituiscono un'organizzazione imprenditoriale del lavoro".
Cosa si intende per organizzazione imprenditoriale del lavoro? Chi propone pubblicità dal suo sito, come ad esempio Google AdSense, ricade in questo caso? Chi vende un prodotto on line è un imprenditore del lavoro?
Levi cancella questo c...o di articolo 7 e non se ne parli più. Basta con le prese per il culo.
Il mondo ride di noi. Il Times in un articolo dal titolo: "Assalto geriatrico ai bloggers italiani" ci definisce come: "una nazione di legislatori ottuagenari eletti da settantenni, i pensionati".
No all'articolo 7, libertà per la Rete. Non molliamo!
(fonte:beppe grillo)




mercoledì 24 ottobre 2007

venerdì 19 ottobre 2007

VERGOGNAAAAAAA

La legge Levi-Prodi e la fine della Rete

Ricardo_Franco_Levi.jpg

Ricardo Franco Levi, braccio destro di Prodi, sottosegretario alla Presidenza del Consiglio, ha scritto un testo per tappare la bocca a Internet. Il disegno di legge è stato approvato in Consiglio dei ministri il 12 ottobre. Nessun ministro si è dissociato. Sul bavaglio all’informazione sotto sotto questi sono tutti d’accordo.
La legge Levi-Prodi prevede che chiunque abbia un blog o un sito debba registrarlo al ROC, un registro dell’Autorità delle Comunicazioni, produrre dei certificati, pagare un bollo, anche se fa informazione senza fini di lucro.
I blog nascono ogni secondo, chiunque può aprirne uno senza problemi e scrivere i suoi pensieri, pubblicare foto e video.
L’iter proposto da Levi limita, di fatto, l’accesso alla Rete.
Quale ragazzo si sottoporrebbe a questo iter per creare un blog?
La legge Levi-Prodi obbliga chiunque abbia un sito o un blog a dotarsi di una società editrice e ad avere un giornalista iscritto all’albo come direttore responsabile.
Il 99% chiuderebbe.
Il fortunato 1% della Rete rimasto in vita, per la legge Levi-Prodi, risponderebbe in caso di reato di omesso controllo su contenuti diffamatori ai sensi degli articoli 57 e 57 bis del codice penale. In pratica galera quasi sicura.
Il disegno di legge Levi-Prodi deve essere approvato dal Parlamento. Levi interrogato su che fine farà il blog di Beppe Grillo risponde da perfetto paraculo prodiano: “Non spetta al governo stabilirlo. Sarà l’Autorità per le Comunicazioni a indicare, con un suo regolamento, quali soggetti e quali imprese siano tenute alla registrazione. E il regolamento arriverà solo dopo che la legge sarà discussa e approvata dalle Camere”.
Prodi e Levi si riparano dietro a Parlamento e Autorità per le Comunicazioni, ma sono loro, e i ministri presenti al Consiglio dei ministri, i responsabili.
Se passa la legge sarà la fine della Rete in Italia.
Il mio blog non chiuderà, se sarò costretto mi trasferirò armi, bagagli e server in uno Stato democratico.

Ps: Chi volesse esprimere la sua opinione a Ricardo Franco Levi può inviargli una mail a : levi_r@camera.it

(fonte:blog di Grillo)

Se non facciamo qualcosa è la fine dei nostri pensieri !!!

Che schifo !

p.s. all'inizio del blog c'è il collegamento per firmare la petizione

giovedì 18 ottobre 2007

Dopo l’indulto le carceri già scoppiano

Il trasferimento di un detenuto
Con il numero dei detenuti in forte e costante crescita, si parla di mille persone al mese, tra un anno e mezzo sarà nuovamente come prima dell’indulto. Se non ci dovesse essere qualche novità le carceri saranno ancora sovraffollate. Ne è certo il capo del dipartimento dell’amministrazione penitenziaria, Ettore Ferrara, nel corso di una conferenza stampa alla presenza del Guardasigilli Clemente Mastella.
Attualmente nelle carceri italiane, ad oltre un anno dal varo dell’indulto, ci sono 47 mila detenuti a fronte di una capienza regolamentare di 43 mila posti; prima del provvedimento di clemenza, alla fine del luglio 2006, i detenuti erano circa 63 mila, un numero, questo, che tra un anno e mezzo si rischia nuovamente di raggiungere se non ci saranno interventi strutturali.
Mastella tiene subito a precisare: “Figuriamoci cosa sarebbe accaduto senza il provvedimento dell’indulto: nelle carceri ci sarebbero stati 78 mila detenuti. Sarebbe stata una situazione drammatica e devastante, che avrebbe determinato insicurezza”. E ha aggiunto: “Mi auguro che non vi siano morti e violenze nelle carceri. Laddove in un grande paese avvenisse sarebbe un danno enorme. Le forze politiche hanno il dovere di evitarlo”.
“La tensione e il malessere dominante nelle carceri”, ribattono gli psicologi che nelle strutture penitenziarie lavorano “determinano un aumento dell’aggressività”. Con il rischio che, ha spiegato Giuseppe Luigi Palma, presidente del Consiglio nazionale dell’Ordine degli psicologi: “potrebbero verificarsi nei prossimi anni disordini e rivolte significativi”. Il ruolo dello psicologo è fondamentale non solo per il recupero ma anche per la prevenzione di situazioni estreme come rivolte e suicidi. Eppure l’assistenza psicologica per ogni detenuto nelle carceri italiane è di soli 12 minuti al mese.
Le carceri come bombe ad orologeria, insomma. Per disinnescarle, al ministero della Giustizia hanno trovato la soluzione: utilizzare gli agenti penitenziari anche per sorvegliare i detenuti che ottengono i benefici della legge Gozzini, e farne uscire dalle celle il più possibile. “È una sperimentazione” spiega Ettore Ferrara “che avvieremo presto in alcune città. La strada è questa: il tasso di recidiva tra chi ottiene misure alternative è sotto il 20%, per gli altri è il 60-70%. Oltretutto, ogni detenuto nei penitenziari costa allo Stato una grossa cifra e se stanno fuori di più, ci potranno essere maggiori risorse per assumere nuovi agenti”.
Altre misure, come il progetto di costruire nuove strutture? Lungo e dispendioso. E poi, avverte il ministro della Giustizia, il piano è appannaggio del ministero delle Infrastrutture, che deve stanziare i fondi. Un progetto, di circa 70 milioni di euro c’è, ma Mastella deve vedersela con il suo grande antagonista nel governo, Antonio Di Pietro. Al Guardasigilli tocca solo occuparsi di ampliare e ristrutturare le sezioni già esistenti: così sono stati recuperati 3.300 posti e nel triennio 2007-2009 ce ne saranno altri 4mila.
Nel frattempo, il Dap chiede che vengano al più presto approvate dal Parlamento le proposte ministeriali di modifica del sistema penale che rendano stabili le detenzioni dei soggetti pericolosi affidando a misure alternative al carcere la punibilità dei fatti che non manifestano pericolosità sociale; e che “si trovino soluzioni al problema degli stranieri detenuti (che rappresentano oggi oltre il 35% della popolazione carceraria) mediante accordi internazionali che consentano l’espiazione delle pene nei paesi di origine”.
Così facendo i 45mila baschi azzurri (circa 1 per ogni detenuto, contro la media europea di 1 a 3 e contro quella Usa di 1 a 7) potranno dedicarsi a vigilare su detenuti ai quali sono state concesse misure alternative alla prigione, cioè a quelli che stanno fuori.

(fonte:panorama)

Mastella :
“Figuriamoci cosa sarebbe accaduto senza il provvedimento dell’indulto: nelle carceri ci sarebbero stati 78 mila detenuti. Sarebbe stata una situazione drammatica e devastante, che avrebbe determinato insicurezza”. E ha aggiunto: “Mi auguro che non vi siano morti e violenze nelle carceri. Laddove in un grande paese avvenisse sarebbe un danno enorme. Le forze politiche hanno il dovere di evitarlo”.
Mi chiedo se pensa di prenderci in giro....perchè no va a dire in faccia questa frase alle persone che hanno subito ingiustizie dai "poveri" carcerati che lui ha, senza filtro, scarcerato.....

venerdì 12 ottobre 2007

che collega sei?

In questo periodo fioccano i meme come se nevicasse ( grazie M0rg4n4 :P provvederò....) e quindi vi sottopongo un bel test.....Vi siete mai chiesti che tipo di collega siete? la/il rompi stressata/o frustrata/o che non fa mai sesso e quindi urla sempre e non le va mai bene niente,o la/il lecchina/o gentile che ti sparla dietro appena possibile,o la gatta morta con amante a seguito in ogni ditta che cambia oppure la/il fidata/o, l'unica/o con cui puoi parlare davvero, non solo di lavoro. Io l'ho fatto e risulto l'isterico frustrato...ahimè......




venerdì 5 ottobre 2007

I premi Ig Nobel 2007

MEDICINA Brian Witcombe di Gloucester, Regno Unito, e Dan Meyer di Antioch, Usa, per uno studio sugli effetti collaterali di mangiare le spade
FISICA
Lakshminarayanan Mahadevan della Harvard University, Usa, e Enrique Cerda Villablanca dell'Università di Santiago del Cile per aver studiato come le lenzuola si spiegazzano
BIOLOGIA
Johanna E. M. H. van Bronswijk dell'Università della Tecnologia di Eindhoven, Olanda, per un censimento di tutti gli organismi che vivono nel letto
CHIMICA
Mayu Yamamoto dell'International Medical Center del Giappone per la scoperta di un modo per estrarre vanillina, la fragranza e l'aroma della vaniglia, dallo sterco di mucca
LINGUISTICA
Juan Manuel Toro, Josep B. Trobalon e Núria Sebastián-Gallés dell'Univ
ersità di Barcellona per aver dimostrato che i ratti a volte non riescono a distinguere tra una persona che parla giapponese al contrario e una che parla olandese al contrario
LETTERATURA
Glenda Browne di Blaxland, Australia, per il suo studio sull'articolo inglese "the" e sui problemi che crea a chi deve fare elenchi in ordine alfabetico
PACE
Air Force Wright Laboratory di Dayton, Usa, per aver suggerito lo sviluppo di un'arma chimica, la cosiddetta "bomba gay", capace di sviluppare un'irresistibile attrazione sessuale tra i soldati nemici
ALIMENTAZIONE
Brian Wansink della Cornell University, Usa, per aver studiato l'appetito apparentemente illimitato degli esseri umani dando loro da mangiare una quantità illimitata di zuppa
ECONOMIA
Kuo Cheng Hsieh di Taichung, Taiwan, per aver brevettato nel 2001 un meccanismo che cattura i rapinatori di banche gettando su di loro una rete
AVIAZIONE
Patricia V. Agostino, Santiago A. Plano and Diego A. Golombek dell'Università Nazionale di Quilmes, Argentina, per aver scoperto che il Viagra facilita il recupero del jetlag nei criceti.
(fonte:la repubblica)



Bene, leggendo questa lista la prima domanda che mi sono posto è : veramente c'è gente che occupa il proprio tempo a studiare come si piega un lenzuolo? e questo è nulla, esiste pure un premio mondiale?? Sembrerebbe proprio di sì e questo mi lascia a bocca aperta....


martedì 2 ottobre 2007

Googlonimi

CONFESSATE, tanto lo abbiamo fatto tutti almeno una volta: andare su Google e cercare il nostro nome e cognome per sapere cosa si dice di noi su internet. C'è chi non trova niente, chi trova solo cose scritte da lui. E poi c'è chi si imbatte in qualcosa che non si aspettava: un'altra persona, con lo stesso nome e cognome, che su internet gode di una popolarità non proprio edificante. Gli inglesi li chiamano Googlegänger, da "doppelgänger", gemello cattivo. Qui da noi potremmo ribattezzarli "Googlonimi", i nostri omonimi su Google. Un fenomeno curioso, talvolta divertente, talvolta estremamente pericoloso. Eve Fairbanks, una giovane giornalista freelance americana, ha raccontato sul New Republic di quando, ancora studentessa, sua madre la invitò a pranzo fuori e, dopo un risotto trangugiato nell'imbarazzo, ebbe alla fine il coraggio di dirle: "So tutto della faccenda del porno". La signora aveva cercato il nome della figlia su internet ed era finita su un sito vietato ai minori col quale la ragazza, in realtà, non aveva nulla a che fare.

Spiegare a una madre, seppure non tecnologicamente evoluta, che Google può sbagliarsi, è impresa tutto sommato possibile. Ma come cautelarsi, ad esempio, nei confronti di potenziali datori di lavoro? Secondo una ricerca pubblicata dal sito ExecuNet, il 77 per cento dei responsabili risorse umane usa internet per raccogliere notizie sui candidati e addirittura il 35 per cento dichiara di aver eliminato aspiranti dipendenti in seguito a informazioni sul loro conto lette in rete. Non sempre, per fortuna, la presenza di un Googlonimo è così fastidiosa. Jim Killeen, un imprenditore di Burbank, California, ha addirittura girato un film, "GoogleMe", sul suo viaggio in giro per il mondo alla ricerca dei suoi doppi. Il settimanale Newsweek ha appena raccolto una serie di storie di Googlegänger, tra cui quella di Maureen Johnson, una scrittrice di New York che condivide il nome con la protagonista del musical "Rent": "C'è gente che mi scrive per chiedermi se il personaggio è basato sulla mia storia", racconta.
(fonte:la repubblica)

E voi? Avete un doppio su internet? Vi ha creato imbarazzo o siete diventati amici? :)

Io l'ho fatto e sinceramente non so se sia un bene o un male ma non viene fuori nulla... popolarità internettiana pari a zero! :)